Fabio Presti
Pittore
Italia
Fabio Presti nasce a Catania nel 1973. Dopo aver esplorato diversi ambiti artistici tra i quali la musica che ha sempre avuto un ruolo di rilievo, dal 2005 si dedica con continuità alla pittura arrivando in breve tempo ad esporre presso enti pubblici e privati. Nell’ultimo periodo accosta la pratica pittorica fortemente materica, applicando foto che vengono elaborate a pennello con il colore. La prima parte della sua carriera pittorica culmina nel 2012 con la vittoria del Premio Celeste. Attualmente l’artista vive e lavora in Brianza e collabora con alcune delle più importanti gallerie Italiane.
Tutti i soggetti impressi sulle tele, sono fortemente simbolici, trattano della condizione umana; migranti, adolescenti, l’essere famiglia oggi e vengono volutamente posti al centro del quadro. Lo spazio che hanno intorno a loro vuole essere un messaggio di forza, di centratura, di credere nelle proprie ricchezze interiori, una speranza, un cambiamento possibile, uno sguardo che va oltre. Lo stesso concetto simbolico lo si ritrova nella lavorazione; “siamo tutto quello che abbiamo vissuto strato su strato, che va a cercare sulle superfici la traccia del tempo”. La lavorazione materica avviene strato su strato, utilizzando i dorsi delle custodie di vecchi mix tape come spatole. I supporti vengono aggrediti in modo quasi rabbioso, oppure diluiti dolcemente attendendo che l’acqua scorra e faccia prendere al colore nuove traiettorie. La tela viene trattata da diverse strati materici, che ricoprono quelli precedenti fatti da diverse tonalità; l’artista tende così a coprire con resine e polvere di marmo ogni strato di lavorazione, facendo intravedere quello che sta sotto. Su questi ammassi grevi si deposita, delicatamente, come proveniente da un’altra dimensione, il soggetto del quadro. L’ultimo strato è quello più importante, può distruggere l’intera opera e far così ricominciare all’artista tutto il processo; non è un caso infatti che a parità di dimensioni alcune opere possano risultare più leggere o più pesanti. Spesso l’ultimo colore prima del fissativo, è una velatura di ruggine, che l’artista usa copiosamente e simbolicamente per sviluppare tutta la sua poetica.
L’opera qui esposta “Slint” è un omaggio dell’artista alla musica “di un certo tipo” e si rifà alla serie nEVERMIND.
“Da una parte c’è la consumata sapienza compositiva di Presti, la sua capacità di impaginare esili figure nel vuoto dello sfondo, sospendendole in un tutto onirico e avvolgente, c’è la sua materia e la sua tavolozza fatta di bianchi, di ruggini e di inaspettate aperture di blu. Dall’altra c’è il rincorrersi di citazioni, simboli e riferimenti che strizzano l’occhio agli appassionati di un certo mondo musicale o che appartengono al mondo privato dell’artista, in un continuo dialogo tra dimensione intima, manifesto generazionale e discorso universale.
Pittura e musica si dividono la scena, in uno scambio molto produttivo che esalta entrambe, in un perfetto equilibrio.
nEVERMIND è, e non potrebbe essere altrimenti, un’esposizione di dipinti. Ma mi piace pensare che sia anche una sorta di playlist: un regalo che Presti ha fatto a sé stesso e agli amici. La sua pittura. La sua musica.”
Simona Bartolena - Testo tratto dal catalogo "Fabio Presti - nEVERMIND” - Ponte 43